La ketamina è un anestetico dissociativo che è stato sviluppato nel 1963 ed è oggi di uso corrente in anestesia umana e nella medicina veterinaria.
Informazioni generali
Per via dei suoi effetti dissociativi non è generalmente utilizzata come anestetico primario anche se puo’ divenire anestetico di scelta nel caso in cui non siano disponibili apparecchiature di ventilazione. Non vi sono testimonianze di ketamina autoprodotta dai consumatori, una grande parte di essa proviene dalle produzioni delle case farmaceutiche o da laboratori clandestini che possono contare su personale specializzato.
Descrizione
Presenta un’azione anestetica generale, di tipo non barbiturico, con una rapida velocità d’azione. Nell’uomo, quando somministrato per via endovenosa provoca analgesia nel giro di 30 secondi e lo stato anestetico dura per un tempo variabile da 3 a 25 minuti e non comporta depressione respiratoria o alterazione dei riflessi delle vie aree.
La sua azione è principalmente catalettica piuttosto che sedativa e ipnotica. Ha effetti sul sistema talamo-corticale, limbico e formazione reticolare.
Viene ampiamente utilizzata per interventi chirurgici in genere di breve durata soprattutto in campo traumatologico e veterinario (manovre di sbrigliamento, medicazioni dolorose a pazienti ustionati e procedure chirurgiche su occhio,orecchio,naso e bocca).
L’uso ricreativo della ketamina sembra sia arrivato in Italia a metà degli anni 90 attraverso i circuiti rave underground. La provenienza è principalmente dai paesi asiatici dove è particolarmente diffusa e considerata la seconda sostanza d’abuso dopo l’eroina.
Modalità di assunzione
> INIEZIONE: E’ una sostanza apparentemente simile all’acqua (liquida, incolore e inodore) e viene iniettata per via endovenosa o intramuscolare.
> INALAZIONE: Nella maggior parte dei casi viene riscaldata (disseccazione) per ottenere una polvere biancastra da inalare e sniffare, o per ottenere delle pastiglie da ingerire.
Effetti fisici
> PROBLEMI FISICI. Azione broncodilatatrice (aumento pressione arteriosa e frequenza cardiaca); azione anticonvulsivante (aumento del consumo di ossigeno, con incremento del flusso cerebrale); distorsioni delle percezioni visive e sonore; depressione respiratoria; scompensi cardiaci;.
• Sul sistema cardiovascolare: frequenza cardiaca lenta o accelerata;
• sul sistema nervoso centrale: ipertensione endocranica;
• sulla pelle: arrossamento transitorio della pelle, eruzioni cutanee;
• sul sistema gastrointestinale: riduzione dell’appetito, nausea, aumento della salivazione;
• sul sistema neuromuscolare e scheletrico: comparsa di movimenti tonici e clonici simili a convulsioni:
Dosaggi sub-anestetici possono provocare forti allucinazioni visivo-auditive definite come di pre-morte con la percezione di entità disincarnate, apparenti visioni del futuro (flashforward) e visione del proprio corpo dall’esterno.
Effetti psichici
- Sensazioni di distacco;
- Dissociazione dall’ambiente e da se stessi;
- dispercezione fisica;
- percepire i propri arti come non appartenenti a se stessi;
- dissociazione della mente dal corpo;
Astinenza
- Ansia
- Difficoltà a prendere sonno e qualora si riesca a dormire, presenza di incubi;
- Flashback;
- Spiacevole sensazione di irrealtà;
- Confusione mentale accompagnata da sensazioni di panico;
- Depressione
- Apatia;
- Ragionamenti illogici;
- Manie;
- Estrema chiusura in se stessi.
Solitamente i sintomi non si manifestano subito ma circa dopo 2-3 giorni dall’ultima assunzione e svaniscono in modo lento e graduale nell’arco di 10-15 giorni, anche se alcuni di essi (flashback, apatia, depressione) possono protrarsi per diverse settimane.